venerdì 31 gennaio 2014

Sua maestà: il mascara.

Il mascara ed il rossetto sono i prodotti principi del make-up.
Basta una passata di mascara e l'occhio è più profondo, interessante, bello!

Ci siamo mai chiesti quali sono l'origine e l'inventore del prodotto di make-up più comperato dalle donne?
Negli US si vende un mascara ogni due secondi.

Già l'origine del nome è controversa.
C'è chi sostiene che il termine "mascara" derivi dalla parola italiana maschera.
C'è invece chi afferma che la parola "mascara" derivi dall'omonima città algerina, per le belle e lunghe ciglia delle sue abitanti.

Anche la paternità del mascara è contesa.
Secondo la multinazionale Rimmel, l'inventore del mascara fu Eugene Rimmel verso la metà dell'Ottocento.

Veramente già durante l'epoca vittoriana, quando le donne rivalutarono l'atto del truccarsi, apparvero i primi rudimentali mascara, per ottenere ciglia folte e lunghe.
Le donne vittoriane avevano una ricetta casalinga, per fare il mascara.

Mescolavano la cenere o il residuo oleoso delle lampade ad olio col succo di sambuco.
Ponevano questo impiastro su un piatto, lo riscaldavano, per renderlo più fluido.
A questo punto era pronto per essere applicato.

Si può immaginare quanto tossica potesse essere questa miscela su una parte così delicata, quale la zona perioculare.

Anche il mascara inventato da Eugene Rimmel, che divenne famoso in tutto il mondo semplicemente come Rimmel, non doveva essere innocuo sulle ciglia, essendo fatto con gelatina di petrolio.

Nel 1917 il "Rimmel Water Cosmetique" si presentava come una palette composta da due prodotti in polvere per una lunga tenuta, da inumidire prima dell'applicazione.

Secondo l'azienda americana Maybelline invece, l'inventore del mascara fu il chimico T.L.Williams, che nel 1913 volle aiutare la sorella a riconquistare il fidanzato, che si era innamorato di una sua amica.

Per renderle gli occhi più affascinanti, preparò una miscela di vaselina e polvere di carbone.
Ottenne così un mascara in forma di panetto solido, che galeotto fu del matrimonio tra la sorella Mabel e il fidanzato riconquistato.

Visto il successo e la richiesta di questo mascara, Williams cominciò a venderlo per corrispondenza.
Poi fondò l'azienda produttrice di cosmetici Maybelline, dal nome di sua sorella Mabel e dalla parola vaselina, uniti assieme.

Ma il "matic mascara" colle caratteristiche del tubetto chiuso dall'applicatore con pettinino, come noi lo conosciamo, lo dobbiamo ad Helena Rubinstein nel 1957.

Mentre già nel 1938 un'attrice viennese inventò il mascara waterproof, per evitare che le luci delle scene lo facessero colare lungo il viso.

sabato 25 gennaio 2014

Genie Make Me Blush

Trovo questo blush, dalla consistenza cremosa, un prodotto comodo, veloce e di sicuro effetto.
Venduto in un kit col suo pennello kabuki di setole sintetiche ma morbide, dona una luminosità naturale su guance, occhi e labbra.
Non lascia aloni, non unge, rimane per molte ore, ma si toglie senza problemi.
E' uno strumento valido, quando si vuole uscire in ordine, ma non si ha tempo di truccarsi.
In tal caso, colle dita, lo stendo lievemente sulle labbra e poi lo picchietto sulle guance.
Lo porto in borsa, per veloci ritocchi.
Nel beauty-case da viaggio può sostituire blush, ombretto e rossetto.

giovedì 16 gennaio 2014

Il rossetto parte 5

Da allora case cosmetiche come Dior, Chanel e Estée Lauder hanno fatto la storia del rossetto, proponendo ogni anno vaste gamme di colori e consistenze, a secondo della moda e dell'umore delle donne.

Si passò dal rosso scuro anni '20, al rosso sangue anni '40, al rosso arancione, rosso lacca anni '50-'60, al niente rosso al massimo rosa perlato anni '70, al rosso moderato e smorzato della donna in carriera anni '80-'90.
 

Negli anni 2000, dopo una breve predilezione per le labbra siliconate a canotto, per colori lucidissimi e glitterati, si è tornati a labbra ragionevolmente più sane e naturali.
 

Ma un velo di rossetto non manca mai dal mattino alla sera tanto più è persistente e durevole, e meglio è.

Quest'inverno è in auge di nuovo il rossetto rosso, anche se di un rosso non urlato, ma discreto.

giovedì 9 gennaio 2014

Il rossetto parte 4

Nell'800 i fremiti romantici e le prime avvisaglie dell'emancipazione femminile, soprattutto nella classe borghese ed operaia, fanno sì che la donna non ami mettersi il rossetto.
C'è il ritorno ad una bellezza pulita, quasi sofferta.



Ad essa si contrappone l'immagine della popolana e della donna di facili costumi, sempre molto truccata e colle labbra rosse.

A Parigi impazza la moda del ballo, del cancan al Moulin Rouge e alle Folies Bergere.
Ed ecco la donna dipinta da Toulouse-Lautrec e Degas, ballerine immancabilmente cogli occhi bistrati e le labbra rosse.

Finalmente nei primi del 900 prende vita l'industria del cinema hollywoodiano, di cui le icone ed eroine sono Greta Garbo e Marlene Dietrich.


Nascono le prime case cosmetiche, come la storica Max Factor.
 
Nel 1920 Roger&Gallet crea il primo stick per labbra, contenuto in un cartoncino e spinto fuori da uno stantuffo.
 

Nel 1915 l'americano Maurice Levy inventava la custodia del rossetto in metallo o plastica, così come noi la conosciamo.

L'imprenditrice canadese della casa cosmetica Elizabeth Arden, quando nel 1920 le donne americane ottennero il diritto di voto, partecipò in prima fila al movimento del suffragio, e davanti al suo salone Porta Rossa sulla Fifth Avenue, distribuì a tutte le manifestanti il suo rossetto rosso.
 

In quel modo il rossetto divenne simbolo di potere ed emancipazione femminile.
Durante la seconda guerra mondiale , sempre col suo infallibile spirito imprenditoriale, Elizabeth Arden creò innumerevoli tonalità di rossetto rosso come il Montezuma Red e il Victoty Red, da abbinare alle uniformi militari.

giovedì 2 gennaio 2014

Il rossetto parte 3

L'immagine della donna nella società medievale è negativa.
La donna deve essere mortificata al massimo.
In quest'epoca il trucco e il rossetto diventano inesistenti.

Bisogna aspettare le immagini della Regina Elisabetta I d'Inghilterra durante il 1500, per ritrovare un timido e malizioso accenno di colore sulle labbra.

Il rossetto di quei tempi era una cera d'api miscelata con pigmenti vegetali.
Ma nel 1700 l'austera Regina Vittoria abolì l'utilizzo del rossetto, perché segno di maleducazione e volgarità.

Tra il 1650 e il 1700 è l'epoca del Re Sole, del trionfo del Barocco, l'uomo e la donna vogliono stupire, dare spettacolo.

E allora via libera al rossetto sia per l'uno che per l'altra.
Le labbra venivano rese rosse e minuscole col "fattibello", cioè un rossetto fatto di mercurio cristallino, gomma arabica e insetti schiacciati.

La forza devastante di questo belletto chimico era ben peggio del tempo che passa.