domenica 30 giugno 2013

La minigonna - 1^ parte

La “minigonna” è un argomento meno banale di quanto sembri.
Essa attraversa buona parte della storia del costume femminile e il suo affermarsi e la sua evoluzione rappresentano, per sommi capi, l’evoluzione e la presa di  coscienza della donna, del suo ruolo in società e dei suoi diritti.


A partire dalla fine del XIX secolo i primi movimenti femministi ritenevano le gonne di allora troppo pesanti ed ingombranti.
La femminista francese Hubertine Auclert creò la Lega per le gonne corte a favore di un abbigliamento femminile più comodo.

 
Durante la prima guerra mondiale le donne, che dovevano lavorare in fabbrica al posto dei mariti al fronte, cominciarono ad indossare pantaloni e gonne più corte e pratiche.
Negli anni venti, a causa di alcune gonne, che cominciavano a mostrare le ginocchia, negli Stati Uniti vennero varate leggi per regolare la lunghezza minima della gonna.


Nel dopoguerra la stilista Coco Chanel abbandonò l’uso del corsetto e ridusse la gonna fin sotto il ginocchio, impiegando anche il tessuto jersey, fino allora appannaggio delle classi più proletarie.

Progetti questi che, oltre a permettere una vestibilità più comoda, permisero una diffusione commerciale più facile e la nascita del pret-à-porter.
La risposta da parte delle donne, sia pur in eventi eccezionali, non si fece attendere.
Durante i Giochi delle VII Olimpiadi del 1920 la tennista francese Suzanne Lenglen indossò una gonna fino al ginocchio, ideata dallo stilista Jean Patou.


Nei II Giochi Olimpici invernali del 1928 la pattinatrice norvegese Sonja Henie, per prima in quello sport, indossò una gonna corta, che le permetteva di muoversi più agevolmente.

Il mondo dello spettacolo non rimase indietro, e Josephine Baker si esibì con un corto gonnellino fatto da un casco di banane, mentre Marilyn Monroe e Ava Gardner apparvero in gonnellini ridotti.

Gli anni quaranta furono segnati da un ritorno a gonne più lunghe, con ampio uso di tessuto, come dimostra la moda del dopoguerra di stilisti come Christian Dior.   

venerdì 21 giugno 2013

Alchimia Natura Cosmetici Bio-Ecologici

Per chi ama il bio a tutto tondo, oggi voglio parlarvi di una piccola azienda artigianale modenese, che cura la propria produzione di cosmetici dalla coltivazione delle materie prime, alla lavorazione, fino alla commercializzazione dei prodotti.

Questa azienda, che si chiama Alchimia Natura, mi ha gentilmente inviato tre tester, al fine di esprimere le mie impressioni.

Documentandomi sulla suddetta azienda, ho letto che i titolari sono due persone giovani, laureati nel settore della Chimica e Farmacia, con esperienza lavorativa consolidata nel settore della cosmesi e della erboristeria.


Quello che mi ha subito colpito, è che loro stessi coltivano le piante officinali secondo i principi della biodinamica, nel pieno rispetto delle stesse piante e dell’ambiente.

Non utilizzano prodotti di derivazione petrolifera, siliconi, conservanti aggressivi o coloranti nei loro cosmetici.
Cosa importantissima per me,  Alchimia Natura aderisce allo standard Cruelty-Free di Vivo.
Sono comunque prodotti con una alta concentrazione di principi attivi, e quindi dovrebbero essere efficaci e utilizzabili in piccole quantità.
Mi sembra anche che l’impegno e la passione dei titolari nel loro lavoro, sia confermata dalle conferenze, convegni e da tutte le attività correlate da loro promosse, per coinvolgere addetti ai lavori e non.

Venendo al particolare dei tester da me inviati dalla ditta Alchimia Natura, oggi ho fatto la doccia, usando Montezuma Bagnodoccia al cioccolato e scorzetta d’arancio.


Premetto che ero un po’ titubante ad usare un bagnodoccia al cioccolato, dal momento che io non sono ghiotta di cioccolato e precedentemente cosmetici al cioccolato non mi erano piaciuti.
Questo bagnoschiuma, emulsionato coll’acqua, ha sprigionato una schiuma soffice, che si è ben distribuita sul corpo.
Il profumo mi è parso delicato.
All’inizio ho sentito un leggero aroma di cacao e dopo quello agrumato dell’arancio, in una conseguenza ben equilibrata.
Dopo la doccia, la pelle mi risultava morbida.

Ho poi applicato sul corpo, ancora umido, la crema Mediterranea Nutriente.
Al tatto è una crema consistente, ma una volta stesa, si assorbe facilmente.
La prima impressione è quella di stendersi sulla pelle un concentrato di natura, una spremuta di piante officinali.
Penso sia una crema molto utile per dare sollievo ad una pelle arida.

Dato che la pelle del mio viso mal sopporta le creme, ho testato la Crema Viso alla Vitamina C Antiossidante sul collo.

Anche questa è una crema corposa, ma di facile stesura.
Dato che ho sul collo zone iperpigmentate con sotto capillari in evidenza, continuerò ad applicarla, per vedere come funziona in una situazione particolarmente difficile.
Spero mi attenui le macchie e calmi le infiammazioni.