giovedì 7 febbraio 2013

L’anello di fidanzamento

L’uso di portare l’anello è antichissimo, risale all’età del bronzo e reperti cretesi e micenei dimostrano già anelli preziosi, lavorati con cura.
La sua forma circolare lo identifica come simbolo di eternità.
Pur essendo da sempre indossato indifferentemente da uomini e donne; un capitolo tutto particolare e tutto al femminile possiede: l’anello di fidanzamento.


Già al tempo dei Visigoti l’anello di fidanzamento era un dono impegnativo, simbolo di promessa nuziale.

Nel 1477 l’Arciduca Massimiliano d’Austria donò a Maria Borgondia un anello d’oro, sovrastato da un diamante, come promessa di matrimonio.

Da allora regalare il solitario è tradizionalmente la tappa, che prelude il matrimonio.

Il momento in cui un uomo dona ad una donna la mitica scatolina di velluto, che a poco a poco si schiude come un’ostrica, per mostrare lo scintillio di una gemma, tenuta da un cerchio d’oro, è una emozione, che il più delle donne sogna fin dalla fanciullezza.
L’anello di fidanzamento è il simbolo di un impegno serio, di sentimenti solidi, concreti, come quelli di formare una famiglia, di condividere progetti per tutta la vita.


La futura sposa lo indosserà sull’anulare della mano sinistra, perché, secondo la tradizione popolare, si credeva che da quel dito partisse una vena collegata al cuore.
La donna in genere mostra l’anello di fidanzamento con orgoglio, quasi fosse un trofeo meritatamente conquistato, alle volte anche sospirato.

Gli anelli più classici sono il solitario, la riviera con piccoli brillanti e il trilogy, composto da tre pietre simbolo di amore passato, presente e futuro.


Le pietre preziose più usate sono il diamante, simbolo di durata e solidità, il rubino di amore ardente, lo zaffiro di fedeltà, lo smeraldo di speranza, l’acquamarina di matrimonio duraturo e felice, il berillo di forza del legame d’amore, l’opale di sincero amore.




Il fidanzato può anche ispirarsi al segno zodiacale: Ariete (rubino, zaffiro, diamante), Toro (smeraldo, quarzo rosa), Gemelli (smeraldo, turchese), Cancro (perla, tormalina, pietra di luna), Leone (diamante, avventurina verde), Vergine (zaffiro, diamante, diaspro), Bilancia (smeraldo, opale), Scorpione (rubino, quarzo fumé), Sagittario (lapislazzuli), Capricorno (granata, onice, malachite), Acquario (diamante, ametista), Pesci (acquamarina, ametista).


Ma quali sono le tappe del rituale, che ruota attorno a questo dono.

Le famiglie dello sposo più tradizionaliste fanno dono alla nuova sposa di un anello di famiglia, per esprimere il loro benvenuto, come del resto è accaduto presso la famiglia reale inglese.
In mancanza di questo, si fanno carico di acquistare un anello nuovo.
Oppure è lo sposo che, in base alle proprie disponibilità economiche, cerca di accontentare la sua futura sposa.
La sposa a sua volta può contraccambiare con un paio di gemelli, magari di famiglia, con un orologio, o con qualsiasi oggetto con cui ritiene di far contento il futuro sposo e che sarà durevole nel tempo.

Il cerimoniale della consegna dell’anello da parte dei tradizionalisti è contrassegnato da un protocollo abbastanza rigoroso.
La madre della sposa deve predisporre l’incontro tra i futuri consuoceri.
Essa inviterà la futura consuocera ad un pranzo o ad un thé in ragionevole anticipo rispetto alla data stabilita.
Da parte loro i genitori dello sposo contraccambieranno l’invito dei futuri consuoceri e , per buona norma, regaleranno alla futura nuora: un gioiello, una collana di perle, un paio di orecchini o un oggetto d’argento.
Durante queste presentazioni ufficiali delle rispettive famiglie avviene anche il dono dell’anello di fidanzamento.

Oggi è in uso, molto più semplicemente, che l’anello di fidanzamento venga consegnato nell’intimità della coppia, magari con il tacito consenso dei futuri consuoceri.

Comunque le cose accadano, la fatidica scatolina che si apre e il fiume di lacrime che ne seguono, è a tutt’oggi uno dei sogni più inseguiti dal romanticismo femminile.
E questo dono rimane senz’altro il più caro nella vita di una donna, se essa lo porta in seguito al matrimonio vicino alla fede o più volentieri al posto della fede stessa.