domenica 3 febbraio 2013

La sottoveste

In questi ultimi anni la moda ha ripescato un capo, che era caduto in disuso: la sottoveste.
Questo indumento, oltre ad essere funzionale, durante il ventesimo secolo, il cinema lo fece indossare ad attrici come Silvana Mangano, Lucia Bosé, Sofia Loren, Brigitte Bardot, diventando così simbolo di profondo sex appeal.
 Durante gli anni settanta, però l’emancipazione femminile volle cancellare tutti i simboli della donna-bambola, della donna-oggetto, ed ecco che la sottoveste sparisce quasi dal mercato.

Quando e perché nasce la sottoveste?
Probabilmente la sua origine si perde nella notte dei tempi, ma nel sedicesimo secolo veniva indossata per ridurre il girovita o, in versione rigida, per sagomare le gonne e i vestiti più elaborati ed eleganti o anche le gonne aperte sul davanti.

                                      




Durante la seconda guerra mondiale la seta era troppo costosa, e le sottovesti per tutti i giorni erano confezionate con lana o cotone.

Finita la guerra, le riviste mostrarono un’immagine rinnovata della donna, più curata e vitale.
Nel 1947 Marcel Rochas cominciò la sfilata con una indossatrice, che portava una sottoveste cortissima di raso bianco e corpetto di pizzo nero.
Da quel momento iniziò la “rivoluzione della biancheria”, la sottoveste divenne più corta e scollata, realizzata in fibre innovatrici come il nylon o le fibre sintetiche.
La sottoveste divenne di nuovo oggetto di lusso; si prediligevano toni pastello, tessuti pregiati, ruches, merletti e pizzi.

Al cinema irruppero le immagini di Liz Taylor in “ La gatta sul tetto che scotta” e di Sofia Loren in “Ieri, oggi e domani”, rimaste ancora oggi icone di prorompente sensualità.

Si potrebbero ancora ricordare altre sex symbol in sottoveste come Marlene Ditrich in “L’angelo azzurro” e da ultimo Kim Basinger in “Nove settimane e mezzo”.

Recentemente la maison Valentino, dalle passerelle di Parigi, ha interpretato la sottoveste sia come mini abito, sia come underwear prezioso, da lasciar trasparire o intuire sotto l’orlo della gonna o sotto una blusa di chiffon.

Indossare la sottoveste, sembra diventato sinonimo di eleganza e stile.

Tanto che Alberta Ferretti, Roberto Cavalli e Simona Barbieri e poi brand come Blumarine, Argento Vivo e l’americana catena di store Victoria’s Secret non hanno esitato a proporcela in maniera convinta e convincente per la prossima primavera-estate.

 

Io penso che d’estate una sottoveste-dress in fantasie sobrie e rifiniture preziose sia un capo elegante, svelto, fresco e giovanile.
Il brutto è vedere la sottoveste indossata d’inverno, come accade, cogli stivali e sotto giacconi di pelliccia (spero sintetica), magari per una serata o un cocktail.
Il facile, coll’esibire gli indumenti intimi, è rasentare volgarità e sciatteria.