giovedì 21 giugno 2012

Qualcosa di cui sparlare: il fenomeno QVC.

Siamo in piena crisi, siamo in una crisi pericolosa, senza eguali, tutti ne abbiamo coscienza.
Questa è la "tiritera" continua, monotona, che i canali televisivi delle reti principali ci propinano, tutti i giorni, a tutte le ore.
Serie di dibattiti, discussioni, conti e controconti, bilanci, previsioni, i più senza capo né coda, si susseguono senza alcuna partecipazione di un pubblico assente, preoccupato veramente, perso e concentrato nelle lotte giornaliere.
Che fare la sera? Quando vorremmo rilassarci un pò, dimenticarci di tutto.
Spegnere la televisione, occultarla assieme a tutta la sua spazzatura o, facendo zapping, dare un'occhiata a qualche programma alternativo, magari a QVC?
Ma cosa è QVC?
E' una televendita o qualcosa di più costruito, insinuante?
Al limite potrebbe diventare un nuovo costume italiano?



Questa maniera di fare show e business allo stesso tempo è stata ideata negli States più di vent'anni fa.
Nelle sconfinate aree geografiche americane dalla consolidata mentalità consumistica, doveva apparire al tempo stesso divertente e utile far shopping, comodamente sdraiati sul divano di casa.
Non so con quale criterio, ma è certo che la programmazione-azienda QVC negli anni seguenti si è espansa, andando a lambire il Regno Unito, dove si è floridamente radicata, in Germania, in Giappone e infine anche in Italia.
Si dice inoltre che arriverà  in Cina.

Il meccanismo è semplice quanto efficace.
Ben preparate presentatrici, assieme a qualche presentatore, dall'apparenza di simpatiche ragazze della porta accanto o madri dei compagnetti di scuola dei figli, in maniera amichevole, parlano, consigliano prodotti per la vita di tutti i giorni, per far vivere meglio tutti i giorni.
Questi prodotti in verità sono selezionati in maniera molto abile: make-up delle star hollywoodiane, pentole che cuociono senza uso di grassi, vestiti da boutique a basso costo per taglie forti, che camuffano egregiamente i difetti, preparazioni di yogurt che diventano dessert, diamanti artificiali che luccicano più di quelli veri...chi più ne ha più ne metta.
E' come un circo, le acrobazie di presenter e ospiti stranieri catturano l'attenzione degli adulti.
E' una fiera medievale, i cui mercanti intrattengono, incuriosiscono e convincono i visitatori.

Ma questa azienda non vuole apparire convincente, vuole fare emergere una immagine di assoluta serietà.
I prodotti, prepagati con carta di credito o pagati alla consegna del corriere, arrivano puntualmente.
L'acquirente ha a disposizione trenta giorni per esaminare, provare tali prodotti.
Se questi non lo soddisfano, possono essere rispediti al mittente.
La ditta QVC rimborserà il mancato acquirente puntualmente.
Durante gli show televisivi gli spettatori possono intervenire telefonicamente in diretta, per far domande o dire la propria opinione o raccontare le proprie esperienze con QVC.
Gli interventi più numerosi sono di signore abbastanza mature, che ringraziano dopo l'emozione di aver ricevuto il magico pacco di QVC con dentro le cose scelte, sognate, desiderate e....convenienti, dei veri piccoli affari!

Fin qui nulla da obiettare, se non qualche soldino della pensione sacrificato per utilissimi quanto introvabili oggetti e la disperazione dei mariti.
Alle volte si è costretti a telefonare a QVC di nascosto, magari a mezzanotte, quando tutti in casa dormono e la magia del TSV si materializza.
Chi se ne intende, capisce a cosa alludo...
Eppura, a ben guardare, qualche scricchiolio si sente.

Innanzitutto è vero che il prodotto reso viene rimborsato in tutto il suo costo, eccetto però le spese di ritorno.
Infatti le spese di spedizione sono completamente a carico dell'acquirente.
La cosa però non viene sempre detta dalle sollecite amiche, anzi non viene detta quasi mai.
La spedizione oltretutto è l'unico mezzo che permette all'azienda di vendere i prodotti disponibili e di riprenderseli in caso di insoddisfazione da parte del cliente.

Non è poi così comodo come queste madri di famiglia confidano continuamente, comperare profumi senza sentirli o vestiti senza provarli, e neppure è così conveniente, se debbo spendere 6,90 euro per averli e 6,90 euro eventualmente per rispedirli.
E' vero che la maggior parte delle cose arrivano sigillate ed imballate perfettamente.
Mi è capitato però di ricevere un paio di scarpe Carma mal rifinite, di bassa qualità, oserei dire rattoppate ( forse recuperate da qualche reso) e infilate in una scatola danneggiata con carta velina stropicciata.
E' forse colpa mia, se, in questo caso, ho cambiato idea e mi sono pentita delle scarpe?

L'azienza QVC dice di offrire prezzi più bassi, grazie al suo enorme potere di acquisto.
Sarà anche vero, ma ho visto un prodotto di Gatineau, venduto nella profumeria sotto casa mia allo stesso prezzo QVC.
A questo punto mi è più conveniente comperarlo sotto casa mia o magari su qualche sito inglese conosciuto e serio, dove costa due euro in più, ma la spedizione non viene fatta pagare.
Sono tutti molto gentili, è vero, ma non sempre gli shopping assistant possono essere informati su tutti i prodotti o saper consigliare quale paio di orecchini potrei mettere al matrimonio di mia sorella.

I giudizi positivi o negativi sui prodotti comperati vengono puntualmente riportati sul sito di QVC, ma non esiste effettivamente un indirizzo e mail dove poter comunicare direttamente.
Gli interventi televisivi sono tutti positivi, pieni di entusiasmo, cerimoniosi, grondanti di complimenti.
Possibile che nessuno se la senta di esprimere in diretta un giudizio, una perplessità educata ma non tanto positiva?

QVC è sempre alla ricerca di nuovi acquirenti, forse anche perchè i vecchi sanno ormai selezionare quello che a loro serve o piace veramente.
Pur avendo anch'io acquistato su QVC e reputando effettivamente valide la maggior parte delle cose acquistate, mi sento un pò come lo spettatore televisivo anni '60, che "digerisce" soddisfatto il teatrino di Carosello.